Il Barbaresco
Il Barbaresco: fisionomia di un’eccellenza.
Il Barbaresco è il vino prodotto con l’uva Nebbiolo cui sono riservati i terreni e le esposizioni migliori delle colline di Langa, e che, per le sue particolari caratteristiche genetiche, assicura ai vini complessità aromatica, potenza tannica e grande longevità.
Un po’ di storia
Le uve Nebbiolo di Treiso e dintorni (Barbaresco, Neive, Alba), fino alla fine del XIX secolo, confluivano nel Barolo, non esistendo ancora una netta distinzione fra i due vini Barbaresco e Barolo. Per approdare agli albori all’attuale denominazione occorre arrivare al 1894, quando il professor Domizio Cavazza fondò la Cantina Sociale di Barbaresco, fucina dalla quale nacque un vino con una sua spiccata personalità, di grande eleganza e ottima trama tannica.
Già nei primi decenni e ancora oggi, queste sue caratteristiche di femminilità ed equilibrio portarono molti ad affiancare il Barbaresco al Re dei vini (il Barolo), con l’epiteto di Regina dei vini.
La Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.) arrivò nel 1966 e interessava, oltre a Treiso, i Comuni di Barbaresco, Neive e la piccola frazione albese di San Rocco Seno D’Elvio e tale è ancora oggi la sua zona di produzione. Nel 1980 venne decretata la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (D.O.C.G.); fu questa la definitiva consacrazione del Barbaresco.
Nel 1997, il disciplinare di produzione è stato aggiornato con l’inserimento delle “menzioni geografiche aggiuntive“ (MGA). E’ l’identificazione ufficiale dei cosiddetti cru, ovvero microaree delimitate nelle quali il Barbaresco prodotto si distingue per le sue particolari specificità storicamente riconosciute; nel nostro caso: Manzola, Montaribaldi e Rombone.
La vite e il grappolo
Tre sono le sottovarietà di Nebbiolo coltivate in Langa ed ammesse alla produzione sia del Barbaresco che del Barolo:
- Il Michet, così chiamato per la forma a pagnotta del suo grappolo. Quasi abbandonato nei decenni scorsi per la sua scarsa produzione, è stato recentemente rivalutato per le sue elevate caratteristiche qualitative (mosti molto ricchi di polifenoli).
- Il Lampia, dal grappolo più grande e piuttosto allungato, ma dalle equilibrate e costanti qualità enologiche.
- Il Rosé, oggi quasi del tutto abbandonato per il suo scarso contenuto in polifenoli.
La foglia del Nebbiolo è di media grandezza ed ha i lobi ben marcati. Gli acini sono medi e rotondi con lieve tendenza all’ovale; la polpa è dolce e succosa, mentre la buccia è resistente e ricca di tannini, di un colore violaceo scuro che, in autunno, tende al grigio per il contributo della pruina. La fioritura precoce e la maturazione tardiva ne fanno un vitigno particolarmente difficile ed esposto a numerosi rischi meteorologici.
L’eccellenza a tavola
Il Barbaresco si presenta di colore rubino non molto carico, che vira verso il granata dopo un primo invecchiamento e verso l’aranciato dopo molti anni. L’aspetto olfattivo è uno fra gli elementi più entusiasmanti di questo vino; impressionanti sono infatti la sua intensità e la complessità delle sfumature che si evolvono nel bicchiere con l’ossigenazione e in bottiglia con il passare degli anni. Piccoli frutti rossi, fiori, tabacco, menta, eucalipto, liquirizia; un susseguirsi di sentori espressione del vitigno, della vigna di provenienza e delle tecniche di affinamento. Pur non essendo necessario stappare la bottiglia molte ore prima di servirla, i profumi subiscono sensibili cambiamenti nell’arco di qualche minuto, perciò è particolarmente consigliata una progressiva ossigenazione nel corso dell’assaggio.
Per quanto riguarda il gusto, il Barbaresco è caratterizzato da notevole intensità e persistenza, pronunciata tannicità, buona acidità e alcolicità che gli dona calore e morbidezza.
Un insieme di sapori avvolgenti, vellutati e molto persistenti.
Il disciplinare di produzione ne prevede un affinamento minimo di due anni di cui almeno nove mesi in botti di legno. Il Barbaresco però dà il meglio di sé dopo 5 / 10 anni; se l’annata è buona e il produttore anche, può invecchiare anche 30 anni e a volte superarli.
La temperatura di servizio consigliata è di 18°C. L’uso del decanter è certamente opportuno, a meno che il vino non sia stato invecchiato per molti anni.